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La postura della montagna dove Tada significa appunto montagna in sanscrito è poco considerata da molti nuovi praticanti di yoga inclini alla gratifica da performance di posture complesse ed è semplicemente sconosciuta e ignorata dalle persone che non conoscono lo yoga.
Siamo abituati a pensare che la postura eretta sia un attributo insito nella razza umana a prescindere, acquisito intorno ai 2 anni di età per diritto evolutivo e che a questa fisiologica acquisizione nulla si debba aggiungere o fare per migliorarla. Molti sono convinti di non avere una bella postura oggi il termine è diventato di moda grazie ai posturologi che valutano la corretta postura eretta del paziente. Si pensa di non poterci fare niente in maniera attiva ma solo passiva, al massimo si va a mettere delle solette, un byte oppure si fanno delle sedute di osteopatia.
Invece attivamente si puó fare tantissimo, anzi direi che ci dobbiamo lavorare sopra anche in giovane età e in assenza di problemi posturali evidenti. La postura della montagna è una pratica da eseguire sistematicamente tra una asana e l’altra e da eseguire nella nostra quotidianità. Non sembra apparentemente una postura particolarmente attiva vista dall’esterno perchè lo è internamente.
L’attenzione è rivolta in prima istanza alla perfetta verticalizzazione dell’intera colonna vertebrale, partendo dalla regione toracica che dovrà essere più estesa ovvero meno cifotica (gobba) possibile, successivamente si allineano in un immaginario canale perfettamente verticale il tratto cervicale e lombare. Simbolicamente ed energeticamente è come se ci allineassimo tra il cielo e la terra, diventando delle specie di antenne di ricezione. Fisicamente i piccoli muscoli intervertebrali, di solito attivati esclusivamente per via automatica, si rinforzano in maniera sostanziale, i legamenti della colonna si distendono e i dischi intervertebrali si rigonfiano come spugne riempite di acqua. Il lavoro si estende poi attraverso la respirazione completa sui muscoli del pavimento pelvico e addominali che vengono invitati a contrarsi vuoi stabilmente vuoi durante la fase espiratoria.
Il lavoro è tutt’altro che concluso; anche le gambe svolgono un ruolo importante in questa postura come in tutte le posture in piedi rappresentando il radicamento al suolo. Molta attenzione va posta sulla pianta dei piedi ricettiva e attiva e sulle dita dei piedi che devono essere ben distese, aperte e allungate a terra, è possibile immaginare di avere 3 radici che spuntano dai piedi per radicarsi a terra, una posta sul tallone e due in corrispondenza rispettiva della 1° e 5° testa metatarsale. La tonicità viene poi attivata dal basso verso l’alto risalendo lungo le gambe sia internamente che esteriormente. Anche qui è possibile immaginare due spirali per ogni gamba che risalgono dai piedi verso l’inguine: una che parte dalla parte interna dei piedi e tonifica la parte interna come per aprire le gambe e una che parte dalla parte esterna dei piedi e tonifica la parte esterna delle gambe come per chiuderle, le due spirali perfettamente bilanciate tra la tensione di apertura e la tensione di chiusura delle stesse. Un equilibrio tra interno esterno di ogni gamba, ma anche tra gamba destra e sinistra ricercando la perfetta simmetria latero-laterale e tra avampiede e tallone ricercando il punto centrale tra la parte anteriore e posteriore del corpo.
Guidando la pratica preferisco sempre partire dal lavoro sulle gambe, per procedere all’attenzione e lavoro sul tronco e sulla schiena e concludere con il rilassamento completo delle braccia e del volto abbandonando dapprima le spalle verso il basso per proseguire sulle braccia, fino alla punta delle dita e infine si porta l’attenzione alla gola, alla fronte, agli occhi, alle labbra, alla lingua e alla punta del capo risucchiata verso l’alto.
Nulla è lasciato al caso, ogni cm del nostro corpo è sotto la nostra amorevole e continua attenzione, il corpo tutto viene scannerizzato dal basso verso l’alto o viceversa.
Come potrete intuire non è facile mantenere l’attenzione su tutto contemporaneamente ma con un po’ di pratica sarà sempre più facile entrarci e Tadasana diventerà estremamente piacevole e potente. Questa magnifica postura non solo correggere i nostri vizi posturali, rinforzando sia l’attenzione che la muscolatura interna ma è in grado di aumentare la nostra energia in senso globale.
Ci sentiremo più forti e acquisteremo stabilità e peso in senso sociale e relazionale, un po’ come delle rocce potremo far salire e appoggiare su di noi le persone in difficoltà senza barcollare insieme a loro.
Una postura capace di farci sentire collegati e figli della terra, eretti, nobili e capaci di fare fronte alle avversità.
Si tratta di metafore ma se praticherete assiduamente capirete che, come la mente influenza il corpo curvandolo quando triste e depresso, così il corpo è capace di influenzare la mente rendendola più sicura e stabile. Immaginate cosa può produrre questa postura insegnata in giovane età quando corpo e mente ancora non sono strutturati oppure a persone instabili emotivamente o con disturbi posturali importanti.
Adoro la montagna
1 Comment
È l’attenzione sottile che rende l!asana viva. Personalmente sento che la semplicità e la naturalezza degli asanas regali i risultati più profondi e allenati la presa dell’ego. Grazie