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I regali dello yoga

I regali del­la prat­i­ca cor­ret­ta del­lo Yoga sono davvero moltepli­ci e vari­a­mente conosciu­ti dai prat­i­can­ti e anche sem­plice­mente dai let­tori o conosc­i­tori del­la mate­ria. In pri­ma lin­ea met­terei sen­za esitare l’allungamento e il ripristi­no dell’elasticità delle strut­ture lega­men­tose e tendi­nee.

Sia i ten­di­ni che i lega­men­ti sono clas­si­fi­ca­bili  strut­ture elas­tiche, com­poste da fibre elas­tiche e fisi­ca­mente e chimi­ca­mente si com­por­tano come elas­ti­ci ovvero ten­dono ad accor­cia­r­si, che si trat­ti di un man­ca­to o insuf­fi­ciente allunga­men­to dato dal­la vita seden­taria,  dell’errato modo di allun­gar­li trop­po veloce e brus­co sec­on­dario a poca atten­zione oppure  dall’invecchiamento de questi par­ti­co­lari tes­su­ti che per­dono la loro carat­ter­is­ti­ca di elas­tic­ità intrin­se­ca, non impor­ta il risul­ta­to è sem­pre un accorciamento.

In sostan­za una cor­ret­ta ese­cuzione di asanas con­sente nelle arti­co­lazioni e nei mus­coli più rigi­di di lavo­rare del­i­cata­mente e per un tem­po suf­fi­cien­te­mente lun­go sull’allungamento delle fibre. La res­pi­razione pro­fon­da, oltre a man­tenere la con­cen­trazione sul pun­to di allunga­men­to più adat­to al nos­tro del tut­to per­son­ale sta­to fisi­co, porterà una mag­giore atten­zione e miglior­erà la cir­co­lazione san­guigna ed ener­get­i­ca nel tes­su­to stes­so e quin­di l’ossigenazione e la carat­ter­is­ti­ca del tes­su­to defini­to in med­i­c­i­na trofis­mo tes­su­tale.

Una delle per­le del­lo Yoga che, in molte altre pratiche fisiche sportive, si trasfor­ma in micro­trau­mi ripetu­ti e accor­ci­a­men­ti tendinei e lega­men­tosi dati dal trop­po sfor­zo e veloc­ità di ese­cuzione non com­pen­sati e non adeguati alle pos­si­bil­ità dei tes­su­ti in quel pre­ciso momen­to; cal­do, fred­do, stanchez­za, ten­sione e pre­oc­cu­pazioni pos­sono dan­neg­gia­re anche seri­amente un ten­dine e un lega­men­to in una prat­i­ca fisi­ca anche non estrema.

La pos­tu­ra man­tenu­ta a lun­go sfrut­ta in modo mer­av­iglioso la grav­ità giran­dola a nos­tro favore; user­e­mo il peso del cor­po e l’abbandono di tut­ti i mus­coli non nec­es­sari all’esecuzione del movi­men­to richiesto per allun­gare e res­pi­rare nel mus­co­lo e nel­la sua estrem­ità tendinea fino al suo inser­i­men­to periostale e cosi fare­mo sulle strut­ture lega­men­tose il cui ruo­lo è quel­lo di sta­bi­liz­zare un arti­co­lazione ma sen­za irrigidirla.

L’esecuzione lenta e con­trol­la­ta che sfrut­ta la grav­ità potrà poi diventare un otti­mo stru­men­to per ottenere una per­fet­ta sim­me­tria destra e sin­is­tra. Tale sim­me­tria tende a perder­si con il tem­po e con l’avviarsi di movi­men­ti sem­pre più auto­mati­ci e selet­tivi dove il lato più forte tende a prevalere su quel­lo più debole. Ecco che con gli anni le sco­l­iosi o le asim­me­trie ten­dono ad aumentare anche in maniera sev­era. L’elasticità ottenu­ta dal­la cor­ret­ta e atten­ta prat­i­ca delle asanas potrà con­sen­tir­ci di lavo­rare pazien­te­mente sul­la ricer­ca di una mag­gior sim­me­tria moto­ria e fun­zionale, ded­i­can­do più tem­po non già alle strut­ture più facil­i­tate e allenate ma alle strut­ture più pigre, deboli e accorciate.

Una buona prat­i­ca non subisce il fas­ci­no dell’ego nel­la sua facil­ità di ese­cuzione, nell’aspettativa del­la pos­tu­ra per­fet­ta oppure nel dimostrare all’insegnante la nos­tra bravu­ra ma va a sti­mo­lare ed ascoltare con pazien­za e dol­cez­za l’anello più debole del­la cate­na, con l’obiettivo di rin­forzarci e ren­der­ci flessibili nel­lo stes­so tem­po. un lavoro ester­no ed inter­no che per­me­tte all’energia fisi­ca di canal­iz­zarsi dove serve e all’energia emo­ti­va e men­tale di fare lo stes­so per analo­gia e sintonia.

Questo è solo uno dei gran­di regali che la prat­i­ca del­lo yoga for­nisce ai praticanti.

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Catherine Bellwald
Catherine Bellwald
Medico, Fisiatra, Agopuntrice, Istruttrice Yoga Alliance YACEP, E-RYT 200, RYT500

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