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Questa Asana é particolarmente conosciuta e insegnata anche ai bambini in quanto, con l’idea di mimare un albero e con il gioco del restare in equilibrio, possono eseguirla divertendosi, una postura percepita come gioiosa che ho scelto perché la considero personalmente adatta a questo specifico periodo dell’anno e di feste Natalizie per alcune persone vissuto non con poca sofferenza.
Come molte posture di equilibrio é centrata sul 4° Chakra; il cuore, nel quale dobbiamo imparare a sederci anche quando siamo nelle condizioni più difficili, imparando a trovare il fuoco e il calore per riscaldare l’acqua e il freddo elementi di questa stagione. Una postura che si potrebbe dire attivi il fondamentale e vitale asse Cuore-Rene, la gamba di appoggio rappresenta il nostro tronco e il piede il contatto con le nostre radici profonde, il nostro vero Sè che la Medicina Tradizionale Cinese colloca nell’Organo Rene Imperatore dell’Inverno, il cui primo punto è collocato esattamente sulla pianta dei piedi.
Un postura di equilibrio non solamente fisico ma di quel “equilibrio/non equilibrio” universale che poi é continuo movimento tra alto e basso, tra cielo e terra, tra acqua e fuoco, in sintesi tra Yin e Yang. Il Legno é considerato l’elemento per eccellenza del movimento, associato al Vento, l’elemento che nel ciclo di generazione dei 5 elementi si trova esattamente tra l’Acqua e il Fuoco in quanto é generato dall’acqua (l’acqua genera il legno) e genera il fuoco (Il legno genera il fuoco). Il Legno é poi l’elemento che nella natura unisce il basso e l’alto e il cielo e la terra e regala i suoi frutti e fiori e il suo riparo dalle intemperie a chiunque lo desideri.
Possiamo capire che sotto all’allegra postura proposta ai bimbi si nasconde una asana maestosa e onestamente tutt’altro che facile e neanche una delle posture di base proposte dal Yjengar. Entrare in Vrikshasana richiede come in tutte le posture di equilibrio una certa concentrazione e centratura; si sposterà il peso inizialmente su una gamba sollevando prima solo il tallone, successivamente la pianta del piede salirà lungo la parte interna della gamba in equilibrio passando dalla caviglia, al ginocchio e infine alla coscia. Per fissare la posizione del piede bene in alto vicino all’inguine con il ginocchio ben aperto ci aiuteremo inizialmente con le mani e solamente i praticanti più esperti riusciranno a entrare in posizione completa con la sola forza delle gambe. La variante dell’appoggio della caviglia supinata sulla radice della coscia della gamba in appoggio come nel semi loto, chiamata Ardha Baddha Padma Vrikshasana é la variante più difficile e complessa e necessita di una grande scioltezza di anche, ginocchia e caviglie come la sua variante successiva di flessione del bacino sulla gamba tesa ottenendo una sorta di Janushirshasana in piedi tecnicamente Ardha Baddha Padmottasana, sono posture impegnative che ho visto personalmente proporre solamente da Philippe De Fallois.
Una postura che offre alle gambe diversi livelli di difficoltà per tutti i gusti. Fra le classiche Asana in equilibrio su una singola gamba tesa, possiamo osservare che le braccia sono sempre in posizioni statiche, (in Virabhadrasana III saranno tese oltre il capo , in Pakshasana una mano raggiunge il piede della gamba sollevata ed é tesa lateralmente, in Utthita Pandangushtasana raggiunge il piede della gamba sollevata e tesa anteriormente, oppure una mano si porterà al suolo come in Ardha Chandrasana), in Vrikshasana invece le braccia scivolano in posizioni diverse come in una sorta di danza, come a mimare il tempo che passa, come a fare sentire la leggerezza della parte superiore del corpo in contrasto con la forza e stabilità della parte inferiore del corpo radicata a suolo. Le braccia possono entrare in diversi e potenti Mudra. Mani giunte con braccia tese sopra il capo, mani giunte appoggiate sopra il capo, mani giunte davanti al petto sono i più conosciuti ma i Mudra possono essere un’infinità di varianti.
Come tutte le posture statiche in equilibrio su una singola gamba, viene ad essere sollecitato in maniera forte tutto il sistema venoso che, in assenza di movimenti muscolari attivi ma esclusivamente statici, viene sovraccaricato; in questa postura si aggiunge anche la pressione esercitata dal piede sulla parte interna della coscia, esattamente dove si trovano in profondità i maggiori vasi venosi. Mantenuta a lungo può portare a un’ipersollecitazione vascolare e diventare anche dolorosa soprattutto per alcuni soggetti .
Un aspetto tecnico ma assolutamente non trascurabile per praticare con successo questa postura é l’attenzione al tipo di tessuto dei pantaloni, per evitare di scivolare con il piede; il lino oppure tessuti grezzi e ancora meglio la pelle nuda a differenza della nuova e abusata lycra, favoriscono una perfetta aderenza della pianta del piede che resterà ben fissa e vicina all’inguine. Anche l’utilizzo di creme sui piedi possono produrre una impossibilità di restare ancorati in posizione.
Come il pino é il re della foresta nelle mitologia nordica e nella conoscenza fitoterapica, ecco che in questa specifica stagione dell’anno l’idea di sentirci come degli alberi e nello specifico come dei pini per resistere al freddo e alle intemperie che ci attendono é il mio personale augurio insieme alla mitica frase di Confucio: “Venga pure l’inverno che pini e cipressi non perdono le foglie” a cui aggiungerei: “venga pure l’inverno che anche se perderemo tutte le foglie la Primavera é vicina“.