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Nadi Nidra

Lo Yoga Nidra è molto usato come meto­do di rilas­sa­men­to, sia nelle tec­niche def­i­nite di preip­nosi, che in quelle del­la cosid­det­ta Mindfullness.

Par­tendo da Shavasana come pos­tu­ra lo Yoga Nidra è molto di piu che un buon rilas­sa­men­to; si trat­ta di un viag­gio al pro­prio inter­no guida­to pas­so pas­so dal­la voce e dalle sug­ges­tioni e indi­cazioni di chi con­duce la prat­i­ca e, ovvi­a­mente, da un atten­to e vig­ile sta­to di aper­tu­ra di chi la segue.

Esistono moltissi­mi modi di con­durre il rilas­sa­men­to che come potete intuire non è sola­mente fisi­co ma emo­ti­vo e mentale.

Pos­si­amo par­tire dal per­cor­rere le diverse par­ti del cor­po seg­men­to per seg­men­to, las­cian­do alla nos­tra atten­zione la capac­ità di per­cepire lo sta­to di rilas­sa­men­to oppure di ten­sione e la sua posizione cor­ret­ta nel­lo spazio.

User­e­mo la sen­sazione del peso a ter­ra, la per­fet­ta lin­ear­ità e sim­metric­ità, per per­cepire l’intera nos­tra fisic­ità e nel con­tem­po la non iden­ti­fi­cazione con essa.

Pos­si­amo sof­fer­mar­ci su alcu­ni seg­men­ti come la tes­ta, dove le palpe­bre, le leb­bra, la lin­gua, i glo­bi ocu­lari, i mus­coli del volto e del cuoio capel­lu­to ver­ran­no con­dot­ti  uno per uno a un rilas­sa­men­to pro­fon­do e con­sapev­olez­za del­la loro esat­ta posizione nel­lo spazio oppure alla loro resid­ua ten­sione interna.

Pos­si­amo richia­mare alla mente le carat­ter­is­tiche dell’elemento acqua per per­cepire uno sta­to di dilatazione sim­i­le a quel­lo del­la sua for­ma gas­sosa, capace di ren­der­ci sen­za peso e sen­za con­sis­ten­za, cosi da espan­dere la nos­tra percezione fisi­ca ben al di là del­la pelle e per­me­t­ter­ci di flut­tuare nell’aria fino nel­lo spazio infini­to. Oppure pos­si­amo sen­tire la qual­ità del­lo sta­to liq­ui­do e immag­inare di scioglier­ci let­teral­mente come fos­si­mo di bur­ro, rius­cen­do ad immag­inare di pen­e­trare nel pavi­men­to esat­ta­mente come un liq­ui­do, pos­si­amo per­cepire la forza del nos­tro peso trasci­nar­ci ver­so il bas­so come se scen­dessi­mo con un ascen­sore nelle pro­fon­dità del­la terra.

Pos­si­amo visu­al­iz­zare degli ambi­en­ti e delle attiv­ità come cam­minare nel­la sab­bia o nel­la neve, sot­to un cielo stel­la­to, nuotare nel lago o nell’acqua cristal­li­na del mare, pos­si­amo seder­ci e prati­care intorno a un fuo­co. Le sug­ges­tioni pos­sono essere infi­nite  e ori­en­tate in vario modo, a sec­on­do di dove si desidera con­durre i prat­i­can­ti. Alcu­ni uti­liz­zano un Sankalpa nel momen­to di mag­giore inten­sità del­la prat­i­ca, si trat­ta di un deside­rio pro­fon­do e propos­i­to che ogni prat­i­cante può o non può avere, lo si invi­ta a richia­mar­lo se pre­sente e a ripeter­lo men­tal­mente come per iscriver­lo nel DNA in guisa di gui­da interiore.

I meto­di  sono infini­ti e infi­nite le pos­si­bil­ità di unir­le insieme cre­an­do una prat­i­ca che non sarà mai la stes­sa del­la vol­ta prece­dente, questo fenom­e­no avviene sem­pre anche usan­do le stesse iden­tiche tec­niche per­ché siamo noi che cam­bi­amo fig­uri­amo­ci con una prat­i­ca cosi ric­ca di pos­si­bil­ità  com­ple­ta­mente diverse tra di loro.

Lo Yoga Nidra non é quin­di un sem­plice elen­co di seg­men­ti cor­por­ei da rilas­sare sec­on­do una pre­cisa scalet­ta pre­defini­ta e con un adegua­to tono del­la voce, è un invi­to a sper­i­menta­re ed espan­dere la pro­pria espe­rien­za coscien­ziale, usan­do il sen­tire e la sen­si­bil­ità e ovvi­a­mente l’esperienza di chi con­duce la prat­i­ca. Spet­terà a quest’ultimo, esat­ta­mente come a un’esperta gui­da di mon­tagna, la pos­si­bil­ità di por­tarvi dove da soli si fat­i­ca ad arrivare  e se pos­si­bile anco­ra oltre. Il risul­ta­to non sarà solo un pro­fon­do rilas­sa­men­to e la pos­si­bil­ità di ricari­care le pro­prie energie ma una sor­ta di con­tat­to con il vero sè pro­fon­do, un dis­tac­co dalle solite note emozioni, dai nos­tri pen­sieri ricor­ren­ti e dei lim­i­ti del­la nos­tra fisicità

Nadi Nidra viene dalle mie conoscen­ze dei merid­i­ani e dell’anatomia umana di ogni sin­go­lo organo sia fisi­ca che ener­get­i­ca. I prat­i­can­ti ven­gono gui­dati alla visu­al­iz­zazione o percezione sia di alcu­ni organi fon­da­men­tali, di soli­to ne viene scel­to uno solo  a sec­on­da delle situ­azioni  e del­la sta­gione in cor­so, per esem­pio.  Da questo organo che esplo­ri­amo in pro­fon­dità usan­do il respiro, si parte con la local­iz­zazione e visu­al­iz­zazione inter­na dei merid­i­ani esterni ed interni, allo scopo di creare una cir­co­lazione ener­get­i­ca raf­forza­ta, sem­pre appog­gian­do le nos­tre visu­al­iz­zazioni dei rispet­tivi per­cor­si al nos­tro respiro.

E’ pos­si­bile attra­ver­so questo meto­do non solo rilas­sare in pro­fon­dità il vis­cere o l’organo inter­no selezion­a­to ma anche con­sen­tir­gli un mag­gior afflus­so di sangue e di qi, come risul­ta­to dell’attenzione e dell’intenzione di chi con­duce la prat­i­ca e di la segue. Potremo sti­mo­lare la cir­co­lazione ener­get­i­ca lun­go il merid­i­ano al quale ogni organo si col­le­ga e suc­ces­si­va­mente lavo­rare su col­lega­men­ti interni tra i diver­si merid­i­ani, coglien­done i sig­ni­fi­cati e le impli­cazioni pro­fonde non solo con la mente ma attra­ver­so un’intelligenza superiore.

Può sem­brare com­pli­ca­to e dif­fi­cile ma a dire il vero non lo è affat­to, guidan­do le per­sone nel rilas­sa­men­to in modo grad­uale e attin­gen­do alla sen­si­bil­ità di tut­ti; anche chi non possiede alcu­na nozione di anato­mia o fisi­olo­gia riesce a seguire per­cor­si ener­geti­ci anche com­p­lessi. Com’è pos­si­bile direte voi? Sem­plice, si trat­ta di conoscen­ze che in realtà posse­di­amo inter­na­mente e che risuo­nano den­tro imme­di­ata­mente come attra­ver­so un riconosci­men­to non solo men­tale ma inte­ri­ore e direi superiore.

Attra­ver­so Nadi Nidra pos­si­amo in prim­is miglio­rare la nos­tra salute fisi­ca emo­ti­va e men­tale, armo­niz­zan­do i merid­i­ani tra di loro, pos­si­amo usare l’energia delle sta­gioni per lavo­rare sull’organo mag­gior­mente sol­lecita­to durante quel­la speci­fi­ca sta­gione, ren­den­do­lo più for­ti e capaci di gov­ernare sag­gia­mente ed equi­li­brata­mente. Pos­si­amo lavo­rare indi­vid­ual­mente su organi e vis­ceri inde­boli­ti o sovracarichi in maniera speci­fi­ca cre­an­do una sor­ta di eser­cizio ener­geti­co per­fet­ta­mente adat­ta­to alle nos­tre esigenze.

Pos­si­amo lavo­rare sui sig­ni­fi­cati evo­lu­tivi e pro­fon­di di ogni sin­go­lo organo coglien­done le impli­cazioni emo­tive supe­ri­ori affinché l’organo si armo­nizzi non solo ener­geti­ca­mente ma anche attra­ver­so un emo­ti­vo supe­ri­ore che lo gui­da nel­la gius­ta direzione evo­lu­ti­va e di cresci­ta inte­ri­ore. Si per­ché è pro­prio questo a cui ogni essere umano aspi­ra; evolver­si e, quan­do non ci riesce, si ammala.

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Catherine Bellwald
Catherine Bellwald
Medico, Fisiatra, Agopuntrice, Istruttrice Yoga Alliance YACEP, E-RYT 200, RYT500

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