Il potere del Sankalpa
7 Giugno 2021
La memoria delle posture
9 Agosto 2021

Il sigillo delle mani: Hasta Bandha

Le mani sono un det­taglio di cui pochi maestri di yoga si occu­pano. Da un lato le tan­tis­sime cor­rezioni e atten­zioni fon­da­men­tali per evitare errori impor­tan­ti e dall’altro il deside­rio anche di far pas­sare il silen­zio e l’ascolto di sé durante le lezioni può impedire il pro­l­un­gar­si in spie­gazioni trop­po det­tagli­ate. Ho fat­to lunghi anni di dan­za pri­ma di appro­dare allo yoga e le mani sono, come spic­ca nel­la dan­za indi­ana, tutt’altro che un sem­plice dettaglio.

Si potrebbe dire che l’attenzione e la con­sapev­olez­za del cor­po in una cor­ret­ta prat­i­ca arrivano ovunque, fino alla pun­ta delle dita appun­to. Par­lare delle mani é a mio parere utilis­si­mo anche per chi ha inizia­to da poco, sia per la forza di inte­ri­or­iz­zazione  a cui con­duce che per la fon­da­men­tale pro­tezione sulle brac­cia (pol­si, gomi­ti, spalle) durante le varie posizioni di cari­co sulle mani.

Entran­do in Vrik­shasana, mirabile pos­tu­ra di equi­lib­rio su una gam­ba (vedi link) l’attenzione delle mani nel Mudra scel­to é fon­da­men­tale per sta­bi­liz­zare la pos­tu­ra di equi­lib­rio e radica­men­to al suo­lo,  questo mec­ca­n­is­mo di inte­ri­or­iz­zazione avviene anche in Pad­masana e in Tadasana  che si trat­ti del­la  fine del salu­to al sole oppure del­la sua preparazione in Namas­té. Chi­unque potrà con­fer­mare che l’attenzione por­ta­ta fino alle mani ci por­ta den­tro le asanas come se dalle mani si chi­udesse la pos­tu­ra, per far­ci entrare in essa totalmente.

Da poco mi è sta­to spie­ga­to il meto­do esat­to con il quale appog­gia­r­si cor­ret­ta­mente sulle mani for­man­do quel­lo che viene chiam­a­to comune­mente il Band­ha delle mani o Has­ta Band­ha. Se fat­to con atten­zione l’appoggio delle mani al suo­lo può diventare una vera e pro­pria cura di tutte le arti­co­lazioni delle brac­cia, par­tendo dalle pic­cole arti­co­lazioni delle dita ai pol­si, gomi­ti e spalle. Le pos­ture in cari­co sulle mani non sono in realtà da evitare in sen­so asso­lu­to per chi sof­fre di algie di queste arti­co­lazioni ma se fat­te sen­za la gius­ta atten­zione e la sola voglia di com­petere con il nos­tro ego, pos­sono invece nuo­cer­ci e causare infi­ammazioni talo­ra severe anche in sogget­ti gio­vani e forti.

Ma andi­amo per gra­di: cosa sig­nifi­ca prati­care il sig­illo delle mani nelle posizioni di cari­co sulle mani?

Sig­nifi­ca in prim­is aprire e allun­gare bene le dita; anche solo questo pri­mo aspet­to appar­ente­mente insignif­i­cante è di per se un rime­dio cura­ti­vo per le patolo­gie artrosiche delle mani. Siamo abit­uati a non prestare atten­zione alle pic­cole arti­co­lazioni delle dita e a non mobi­liz­zarle mai in esten­sione, negli anni restano spes­so incon­sapevol­mente in semi fles­sione con sec­on­daria rigid­ità e accor­ci­a­men­to delle strut­ture lega­men­tose e tendi­nee col­le­gate. Ricor­do che sono moltissime le pos­ture del­lo yoga dove l’estensione, l’allineamento e l’apertura atti­va delle dita  non nec­es­sari­a­mente in cari­co offrono un toc­casana poten­te­mente anti aging per la salute delle mani.

Il sec­on­do aspet­to di Has­ta Bhan­da è dato da una sor­ta di ten­sione, come se le dita in appog­gio volessero chi­ud­er­si, tut­ti i pol­pas­trel­li sono in appog­gio atti­vo. Si viene in questo modo a creare al cen­tro del pal­mo delle mani un’area che viene risuc­chi­a­ta ver­so l’alto, las­cian­do il tun­nel carpale sen­za cari­co. Il cari­co avviene sui quat­tro pun­ti del quadra­to cos­ti­tu­ito dal pal­mo. ( la 2° tes­ta metatarsale monte di Giove , la 5° tes­ta metatarsale monte di Mer­cu­rio, l’eminenza tenar – monte di Venere e l’eminenza ipote­nar monte del­la Luna ) e sui 10 polpastrelli.

Se a queste due impor­tan­tis­sime atten­zioni uni­amo il cor­ret­to allinea­men­to del­la lin­ea di fles­sione dei pol­si, che dovrà essere esat­ta­mente par­al­lela al bor­do ante­ri­ore del tap­petino, le mani non saran­no ruo­tate a caso ma per­fet­ta­mente allineate in avan­ti. Aggiun­giamo la cor­ret­ta rotazione dei gomi­ti, che non dovran­no mai andare in iper­esten­sione, in ques­ta posizione forza­ta il gomi­to det­to iper­este­so ruo­ta pato­logi­ca­mente ver­so l’interno e la pun­ta del gomi­to, chia­ma­ta “ole­cra­no” guarderà il bor­do pos­te­ri­ore del tap­petino. L’iperestensione del gomi­to é una pos­tu­ra erra­ta e forte­mente dan­nosa, respon­s­abile di numerose epi­condil­i­ti e per­itro­cleiti a causa del sovrac­cari­co  innat­u­rale su ten­di­ni e lega­men­ti. Allineare cor­ret­ta­mente i gomi­ti é di fat­to un det­taglio indis­pens­abile; dovre­mo per fare questo man­tenere atti­va­mente la pun­ta dell’olecrano  nel­la direzione del bor­do lat­erale del tap­petino. Prat­i­can­do il cor­ret­to allinea­men­to di pol­si e gomi­ti ci accor­giamo imme­di­ata­mente che è nec­es­saria più forza mus­co­lare e con­trol­lo, é quin­di indis­pens­abile andare per gra­di e aumentare i tem­pi di prat­i­ca con pazienza.

Ma anco­ra non abbi­amo fini­to: in tutte le pos­ture con cari­co sulle brac­cia, che siano tese o pie­gate, è nec­es­saria una cor­ret­ta sta­bi­liz­zazione delle spalle che spin­gono con forza ver­so il pavi­men­to e con­tem­po­ranea­mente ver­so il nos­tro pun­to vita ( come se doves­si­mo met­tere le mani in tas­ca) attiver­e­mo in questo modo il grande roton­do e i mus­coli pet­torali. Si trat­ta di una doppia forza tan­to per cam­biare capace di non far­ci cadere sulle spalle ma di sosten­er­ci attra­ver­so la forza sta­bi­liz­za­trice dei mus­coli. A questo sosteg­no si aggiunge ovvi­a­mente l’immancabile con­nes­sione addom­i­nale con il cen­tro del cor­po e dal cen­tro dell’addome fino alla pun­ta delle dita dei pie­di oltre che alla nos­tra volon­tà. Quan­do tutte queste atten­zioni sono cor­ret­ta­mente unite, la sen­sazione di peso e di fat­i­ca su pol­si e mani sarà net­ta­mente ridot­ta e la pos­tu­ra facilitata.

Esistono moltissime asanas con cari­co sulle brac­cia, la più prat­i­ca­ta in asso­lu­to anche se spes­so non in maniera cor­ret­ta, è quel­la conosci­u­ta come “plank pose” in inglese, “le ghet­teur” in francese e in san­scrito ha almeno 3 nomi diver­si; Kumb­hakasana, Pha­lankasana, oppure Utthi­ta Chat­u­ran­ga Dan­dasana: una con­fu­sione forse dovu­ta al fat­to che è sta­ta defini­ta in un sec­on­do tem­po come pos­tu­ra vera e pro­pria essendo soprat­tut­to una pos­tu­ra di pas­sag­gio. Si tran­si­ta da Adho Mukha Svanasana oppu­ra da Urd­ha Mukha Svanasana nel conosciutis­si­mo Salu­to al Sole  e da e ver­so Chat­u­ran­ga Dan­dasana nel Vinyasa Yoga.

Il mae­stro Philippe De Fal­lois pro­pone alcune sue inter­res­san­ti vari­anti che non ave­vo mai prat­i­ca­to pri­ma: la pri­ma las­cian­do i quat­tro arti in appog­gio ma spo­stan­do il peso  esclu­si­va­mente sui pol­pas­trel­li delle mani; si trat­ta di un lavoro molto dif­fi­cile, che non ave­vo mai vis­to in nes­sun altro ambi­ente se non in speci­fi­ci ambiti ded­i­cati alle arti marziali. La sec­on­da si ottiene soll­e­van­do un piede che si infor­ca tra alluce e il 2° dito sul­la cav­iglia del piede che res­ta in appog­gio, la terza Tri Padasana  soll­e­van­do un brac­cio che si posiziona sul­la schiena con il dor­so del­la mano sul­la regione lom­bare e la quar­ta Vakra Tri Padasana soll­e­van­do un brac­cio ver­so lo zen­it e ruotan­do il bus­to come in Trikonasana e las­cian­do le gambe e il baci­no più pos­si­bile frontali.

Per con­tin­uare con i clas­si­ci in appog­gio su un sin­go­lo brac­cio, abbi­amo la “side plank”, molto conosci­u­ta anche in Pilates nel­la vari­ante più sem­plice gira­ta sul fian­co det­ta Vasisthasana men­tre, conosci­u­ta solo ai prat­i­can­ti esper­ti nelle sue vari­anti più com­p­lesse, soll­e­van­do una gam­ba tesa affer­ran­do­lo l’alluce Eka Pada Vasisthasana oppure pie­ga­ta in semi loto andan­do a pren­dere sem­pre l’alluce pas­san­do dietro la zona lom­bare Kasyapasana.

Tutte le vari­anti su un sin­go­lo brac­cio sono ovvi­a­mente più dif­fi­cili e per questo è fon­da­men­tale impara­re bene i det­tagli del sig­illo del­la mano e del cor­ret­to ori­en­ta­men­to del gomi­to e sta­bi­liz­zazione del­la spal­la per lavo­rare in maniera armon­i­ca sen­za rischiare di gener­are infi­ammazioni indesider­ate. La vari­ante sui pol­pas­trel­li poten­zia il sig­illo Has­ta Band­ha ed è utilis­si­ma per rin­forzare le dita in esten­sione e pro­teggere i pol­si, ma va fat­ta con cautela e gradualità.

Un lavoro questo dell’attenzione sulle mani che molti con­sid­er­a­no un det­taglio ma di fon­da­men­tale impor­tan­za per prati­care in sicurez­za e cres­cente forza per tutti.

Con­di­vi­di
Catherine Bellwald
Catherine Bellwald
Medico, Fisiatra, Agopuntrice, Istruttrice Yoga Alliance YACEP, E-RYT 200, RYT500

Comments are closed.