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Tradotto dal Sanscrito la postura della Scimmia, si tratta nuovamente di un animale al quale noi occidentali culturalmente associamo l’idea di un eccesso di ilarità e nessun valore spirituale, invece nell’Induismo la Scimmia rappresenta una figura di grande levatura decisamente sovraumana nella quale sono presenti tutti gli Otto Siddi.
Una postura che richiede una grande elasticità delle anche e in particolare dei muscoli posteriori delle cosce che in un certo senso si oppongono alla discesa nella postura in quanto il loro compito è tenerci in piedi. L’estensione della coscia sull’anca a ginocchio piegato è opera degli ischiocrurali mentre l’estensione del ginocchio è opera del quadricipite loro agonista. Ecco che in humanasana si combatte una guerra silenziosa ( non sempre silenziosa!) tra questi due importanti compartimenti muscolari. Se non si procede con calma anche i muscoli più allenati e allungati possono andare incontro a vere e proprie lesioni.
Mi ricordo forse poco più che 15 enne come fosse ieri, esibirmi in una spaccata fatta a freddo dopo una ruota in slancio del classico repertorio del cancan avermi strappato un muscolo della loggia posteriore che mi impedì allora di ballare per ben 6 mesi. Una postura che però continuo ad amare molto forse perché rappresenta idealmente il grande passo che nel mondo spirituale si desidera compiere. La eseguo spesso al mare oppure in piscina in quanto l’acqua ne consente una dolcezza data dalla ridotta gravità.
Vi propongo come esercizio una intera lezione dedicata alla sua preparazione ovvero diverse posture che ci permetteranno di entrare in Humanasana. Ne ho scelte 7 intervallate due a due, in realtà tre a tre in quanto eseguiremo la postura sul un lato seguito da una postura di transizione e successivamente eseguiremo la postura sul lato opposto. Ad ogni serie di di 3 posture eseguiremo un breve rilassamento in Savasana.
Partiamo da Tadasana con le mani in Namastè davanti al cuore punto nel quale cercheremo di entrare per attingere alle qualità di gentilezza e di accoglienza del conflitto.
La prima postura é Utthita Trikonasana che eseguiremo aprendo bene il torace, allungando le due braccia una verso terra e una verso il cielo, a voi la decisione di usare i blocchi sotto alla mano in appoggio per ottenere una postura corretta dove le gambe siano bene tese e il bacino rigorosamente frontale e con i piedi ruotati esattamente di 90°, quello anteriore e di 45° quello posteriore. Prima di tornare per eseguire sul lato opposto transiteremo molto dolcemente in Prasita Padottasana ovvero ruoteremo prima i piedi frontalmente e ruoteremo il busto anteriormente lasciando scendere entrambe le mani tra i due piedi. Torneremo in Tadasana ripeteremo sull’altro lato. Primo Savasana in ascolto sulle cosce e in particolare sui muscoli della loggia posteriore e interna delle cosce.
La terza postura é Uthita Pasvakonasana come in in Uthita Trikonasana ruoteremo prima i piedi rispettivamente uno a 90 e l’altro a 45 ° piegheremo stavolta la gamba anteriore formando un angolo di 90° tra coscia e tibia e scenderemo con il busto andando a posizionare la mano se possibile sul pavimento. Prima di tornare ruoteremo in Eka Pada Prasarasana ( postura ben conosciuta come transizione da Addho Mukka nel saluto al sole) e cercheremo un affondo progressivo sulla gamba anteriore con attenzione a controllare bene l’addome che non dovrà scappare in avanti con eccessiva iperlordosi ma dovrà invece sostenere il busto nella sua perfetta verticalità. Rientreremo come nel saluto al sole unendo le due gambe e ripeteremo sul lato opposto secondo Savasana immaginando un percorso di discesa di energia dal cuore ai genitali e infine lungo la parte interna delle cosce.
La quinta postura é a terra, Supta Utthita Padangustasana che praticheremo con cinghia anche se siamo sciolti per focalizzare bene l’attenzione all’inguine e al bacino perfettamente immobile a terra alzando quindi una gamba tesa e lasciandola in trazione graduale verso il volto, da questa postura ruoteremo in Supta Padangustasana aprendo verso l’esterno la gamba tesa sempre con l’aiuto della cinghia. Terzo Savasana immagineremo di respirare attraverso i piedi rilassando ad ogni respiro i muscoli posteriori delle cosce.
La settima postura é Kapotasana che suggerisco di praticare con molta calma, entrandoci lentamente e restando in postura il tempo per permettere ai muscoli di allungarsi ( vedi LINK), tra il lato destro e sinistro suggerisco Baddhakonasana sempre con estrema lentezza come in kapotasana propongo sia con il busto eretto che con il busto in flessione anteriore aggiungendo blocchi o coperte dove sentite utile per restare in postura senza eccessiva tensione. Quarto Savasana questa volta ci visualizzeremo in un perfetto Humanasana.
La postura verrà conquistata con lentezza sfruttando prima Ardha Humanasa ovvero partiamo dalla posizione carponi e allunghiamo in avanti una gamba sulla quale cercheremo di fletterci in avanti posizioneremo coperte o cuscini sotto la coscia anteriore e i blocchi sotto le mani e usando la forza delle braccia tese e del busto ben eretto, stendere la gamba posteriore restando con il minor peso possibile sulle gambe. Dolcemente andremo ad aumentare il peso sulle gambe e sempre con calma e benevolenza solo se ne avremo la possibilità inizieremo a togliere i cuscini e coperte da sotto fino ad arrivare a toccare il suolo, senza ruotare il bacino. Non è necessario arrivare a toccare il suolo ovviamente, invece é utile entrare nell’ apertura del petto verso l’alto che non si oppone in nessuna maniera all’apertura delle gambe e il senso di unità che nonostante questa separazione si percepisce internamente.