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Le posture yogiche sulle punte dei piedi sono tante ma poco conosciute e praticate. Nel mondo della danza è esattamente il contrario questo carico sull’avanpiede impera sotto il nome di mezza punta e anche il pilates lo ha inserito in diversi esercizi. Invece nello yoga al di là della consapevolezza dell’appoggio plantare corretto del piede al suolo, che si pratica spesso partendo da Tadasana, con il concetto di corretto carico tra avampiede e retropiede e sostegno attivo della volta plantare, fondamentali per praticare le posture in piedi e ovviamente tutte le posture di equilibrio su un solo piede.
Il carico dell’intero corpo posizionato solo sulle punte dei nostri piedi o avanpiede come se indossassimo un tacco 12 per capirci, produce effetti riguardevoli che vale la pena di ricordare. Il primissimo è collegato all’elasticità delle piccole articolazioni delle dita dei piedi, le 5 dita dei piedi vengono fortemente vengono allungate ed estese e tutto il tarso si mobilizza in flessione dorsale sul metatarso ovvero portando l’intero peso sulle teste metatarsali. In riflessologia plantare tutta l’area delle teste metatarsali in particolare in corrispondenza dell’alluce è collegata energeticamente con il collo esattamente come con la Ling gu combination delle mani lo è l’area metacarpale. La zona dei metatarsi non a caso in posturologia viene spesso trattata come reset posturale attraverso massaggi e trattamenti specifici.
Partiamo dalla posizione più semplice quella in ginocchio con carico sulle punte e sollevamento dei talloni, questa postura in giapponese chiamata Ziza fa parte delle posture classiche tenute per tempi molto prolungati di una cerimonia del te oppure di tempi di pausa e di ascolto oppure come transizione dalla posizione in ginocchio seduti sul dorso dei piedi comunemente chiamata Zeiza a quella in piedi. Esercitarsi a tenerla per tempi crescenti è a mio parere un’ottima e semplicissima possibilità terapeutica.
Nello yoga troviamo questa postura come la propedeutica alla difficile postura del Bambu dove oltre all’appoggio sulle dita dei piedi flesse il busto viene interamente esteso aprendo l’angolo tra busto e bacino di 45 gradi almeno tenendo le braccia sollevate e parallele al suolo. La tensione sui quadricipiti La forza di stabilizzazione e retroversione del bacino data dagli addominali nel tenere la postura la rende impegnativa.
Aprendo le gambe e sollevando entrambe le ginocchia da terra, troviamo alcune posture molto interessanti, le rana sollevata e le sue varianti Utthita Mandukasana con le mani appoggiate sulle ginocchia è la variante più classica e semplice anche se l’equilibrio dovrà essere lavorato. La sua variante detta rana sollevata e piegata Nata Shira Utthita Mandukasana dove l’intero busto con le mani dietro la testa si inclina in avanti restando parallela al suolo. Postura che ho fatto solo con Philippe de Fallois e che trovo piuttosto difficile da tenere.
Per non parlare delle successive varianti in carico su un solo piede per l’esattezza in carico su una sola punta; la prima è la rana sollevata in semi loto Padanghusta Mandukasana che si ottiene sollevando una gamba in semi loto e la rana sollevata sull’alluce Padangusta Utthita Mandukasana dove un piedi si inforca tra alluce e 2 dito sul piede in carico sulla punta. Si tratta di posture complesse ma che è giusto conoscere.
Esiste poi il modo di lavorare sulle punte dei piedi con un carico meno forte in diverse posture in piedi, per esempio in Tadasana alla fine del saluto al sole che si trasforma in Shira Asta Utthita Taddasana sollevandosi sulle punte con le braccia tese oppure dietro la nuca; si tratta anche in questo caso di una postura estremamente utile e terapeutica per la necessaria forte spinta dell’intero corpo verso l’alto ( ginocchia anche e colonna in un’unica linea verticale?.
Il maestro Philippe de Fallois usava farci fare varie piccole serie di riscaldamenti di apertura delle sessioni di yoga pomeridiane, delle serie di 10 sollevamenti sulle punte dei piedi per poi scendere sulle ginocchia tenendole parallele al suolo e poi risalire in piedi sempre sulle punte dei piedi, vi assicuro che farli di seguito sono un ottimo esercizio di rinforzo e attivano l’intero corpo in pochi minuti.
Il lavoro sulle punte dei piedi è spesso dimenticato ma rappresenta un formidabile lavoro terapeutico ed energetico a tutto tondo da utilizzare a qualunque livello ci si trovi.