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Praticare sulle acque

Marta Bestetti

Marta Bestetti

Non si trat­ta di cam­minare sulle acque come il Mae­stro Gesù ma di usare le sem­pre più conosciute e usate tav­ole paddle.

Ormai sono in ven­di­ta a prezzi più che acces­si­bili oppure a noleg­gio. La loro con­sis­ten­za è sem­plice­mente per­fet­ta per tutte le pos­ture sta­tiche come un vero tata­mi galleggiante.

Le pos­ture di equi­lib­rio sono ovvi­a­mente rese anco­ra più com­p­lesse ma se l’acqua è piat­ta come in speci­fiche ore del­la sera e del mat­ti­no, preferi­bil­mente sul lago e sen­za cor­ren­ti, la com­p­lessità è davvero accetta­bile. Cadere dal­la pos­tu­ra in acqua se fat­to con agilità e sci­oltez­za può diventare rin­fres­cante a pat­to che si riesca a risalire sen­za trop­pa fat­i­ca e che il tem­po sia mite e non ven­toso. Scon­siglio gli eser­cizi di equi­lib­rio in pisci­na per non cadere rovi­nosa­mente sui bor­di mi pare ovvio ma visti i tem­pi fol­li meglio non fidar­si del buon sen­so che pare scarseggiare.

Se si preferisce non bag­nar­si affat­to e non rischiare di finire in acqua è suf­fi­ciente fare pos­ture sdra­iati, sedu­ti o in ginoc­chio. E si sa lo yoga ne possiede per tut­ti i gusti.

A ognuno la sua dif­fi­coltà come sem­pre e la capac­ità di adeguar­la al pro­prio sen­tire e alle con­dizioni interne ed esterne del momento.

Il vero atout del­lo yoga prat­i­ca­to sul pad­dle è l’immersione nel­la natu­ra sen­za i dis­a­gi del ter­reno umi­do, molto spes­so diss­es­ta­to e asim­met­ri­co e inva­so da inset­ti tipi­co del­la prat­i­ca all’aperto. L’acqua tutt’intorno a noi ci avvolge come in un utero cre­an­do un gran bel silen­zio e unità con questo ele­men­to mer­av­iglioso e nutritivo.

Con­cettual­mente infat­ti l’acqua è l’elemento del Rene col­le­ga­ta con la nos­tra natu­ra ener­get­i­ca più anti­ca e ances­trale e nel con­tem­po l’acqua con­trol­la il fuo­co del­la sta­gione esti­va in cor­so e quin­di i suoi eccessi.

Per­sonal­mente con­siglio di par­tire in grup­po e non da soli. Esistono pad­dle a for­ma di stel­la creati appos­ta per l’istruttore dove i prat­i­can­ti ognuno sul suo pad­dle si può ormeg­gia­re in sicurez­za sen­za andare alla deriva.

Se siete dei prat­i­can­ti soli­tari vi con­siglio molte pre­cauzioni soprat­tut­to se vi allon­tanate molto dal­la riva. Ricor­date che il cli­ma può cam­biare velo­ce­mente e inaspet­tata­mente sem­pre, sia al mare che sul lago. Un occhio alle pre­vi­sioni del ven­to non guas­ta mai.

Nel­la mia bor­sa anti acqua por­to sem­pre una pic­co­la muta e para orec­chie e col­lo in caso di fred­do improvvi­so, pin­nette, scar­pette da acqua in caso di appro­di dif­fi­cili di emer­gen­za. La cinghia per aggan­cia­r­si é indis­pens­abile se non volete trovarvi a Tim­buk­tu a fine pratica…

Il cel­lu­lare pare non sia facile farne a meno in questo caso potrebbe diventare utile non per i self­ie ma per un even­tuale soc­cor­so meglio anco­ra un bel GPS e per finire una tor­cia  e ovvi­a­mente 1 litro almeno di acqua.

Pro­teggere la pelle con cre­ma anti UV  e munir­si di cap­pelli­no che non scap­pi al pri­mo ven­to e occhiali adeguati che non cadano in acqua al pri­mo tuffo involon­tario saran­no indis­pens­abili nelle ore cen­trali del­la gior­na­ta e vab­bè colti­vare  il buon senso.

Om Shan­ti e buona prat­i­ca estiva.

 

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Catherine Bellwald
Catherine Bellwald
Medico, Fisiatra, Agopuntrice, Istruttrice Yoga Alliance YACEP, E-RYT 200, RYT500

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