Si tratta dell’ultimo post dedicato alle estensioni del tronco attive ovvero atte a rinforzare la muscolatura dorsale. Seguiranno post dedicati maggiormente agli allungamenti e alla mobilità articolare sfruttando la gravità e il peso del nostro corpo. Le estensioni di cui parleremo oggi sono le estensioni da proni ovvero a pancia in giù e sono praticabili da chiunque senza pericoli e di grandissima efficacia nel rinforzare l’apertura del rachide dorsale. Si viaggia contro gravità completa, sollevandoci interamente dal suolo senza l’aiuto delle braccia useremo tutta la muscolatura estensoria del rachide, delle spalle e delle anche.
Entriamo nel regno di Salabhasana postura della oggi tanto discussa e poco gradita cavalletta che esploreremo con tutte le sue mirabili varianti. Per quello che concerne il tratto cervicale si raccomanda di tenere il mento sempre leggermente chiuso in modo da non creare pinze sui dischi cervicali, il fulcro del lavoro infatti vuole essere dorsale e il tratto cervicale si allinea naturalmente all’estensione del torace e cosi faranno le spalle.
Per quanto concerne la regione lombare è importante richiamare l’ombelico per tutta l’esecuzione della postura evitando di spanciare in lordosi. Il movimento però non ha il fulcro sulla regione lombare come potrebbe sembrare ma bensi sulle anche e su tutto il rachide all’unisono. Come potrete immaginare pinzare un disco lombare estruso in caso di conclamata discopatia è certamente possibile ma è quasi impossibile che il soggetto riesca a entrare in postura per mancata forza dei muscoli estensori e paura del dolore. In caso avvenisse nulla di grave la pinzatura sarà lieve e l’infiammazione facilmente risolvibile, il disco estruso gradualmente e con quotidiani movimenti idonei di allungamento ed soprattutto evitamento di movimenti scorretti in flessione lombare forzata può tornare in corretta posizione.
Per i soggetti con iperlordosi costituzionale il rinforzo di muscoli addominali profondi è fondamentale per stabilizzare la postura, la postura va fatta con tempi ridotti e compensando subito mettendo da proni i pugni a fianco all’ombelico per permettere al tratto lombare di rilassarsi e compensare l’eccessiva lordosi data dalla postura.
Evitando quindi gli eccessi nei soggetti con disturbi specifici, la cavalletta seppur odiosa per la grande fatica di sollevare le gambe tesissime e restare sollevati con la sola forza dei nostri muscoli estensori è una potente cura contro il nostro schema posturale sia legato alla vita sedentaria dove alla cifosi dorsale (chiusura del petto) si associa l’inversione della lordosi cervicale e lombare con perdita della forza dei muscoli estensori. Il telefonino è certamente diventato un grande alleato di questa perdita completa di allineamento posturale corretto e del progressivo indebolimento di questi importanti muscoli definiti anche antigravitari. Anche l’invecchiamento purtroppo porta a un graduale incurvarsi progressivo di tutto il corpo con rigidità progressiva di tutta la schiena delle spalle e delle anche tutto in rigorosa flessione e chiusura progressiva.
Ovviamente se le spalle sono dolorose consiglio di fare la variante più semplice con le braccia allungate lungo il corpo e palmi rivolti al suolo, potete anche sollevare per iniziare solo il busto restando a respirare per almeno 3 respiri completi, per poi proseguire con il sollevamento di busto e gambe tese e ben unite. Possiamo per favorire il fulcro sul torace e la resistenza in postura, aprire le gambe e lasciarle leggermente meno tese.
Il consiglio é quello di entrare in postura senza lanciarsi con un colpo di reni ma invece di salire con estrema lentezza e cercare di aumentare intensità gradualmente con la focalizzazione della volontà per combattere la gravità che cercherà di portaci al suolo, mantenendoci sollevati più a lungo possibile.
Le successive varianti possibili modificano principalmente la posizione delle braccia, la prima proposta Da Philippe del Fallois pone i pugni chiusi dietro la nuca durante il sollevamento del corpo aggiungendo fatica in regione dorsale per spingere sui pugni con il mento rigorosamente ben chiuso allo sterno.
Sempre una sua variante proposta da Fallois è quella con le braccia allungate in avanti e mani rilassate , in questa postura il lavoro di estensione è molto armonioso e ben distribuito su tutto il corpo.
Variante con braccia aperte e sollevate ai lati del corpo come un aereo in volo è anch’essa molto usata e utile anche per facilitare la leggerezza che dobbiamo mettere in atto a livello mentale per restare in postura per tempi gradualmente più prolungati e unendo sempre di più i piedi tra di loro.
Le varianti di Iyengar sono con le mani unite dietro la schiena a gomiti tesi, oppure a gomiti piegati afferando i gomiti le medesime posizione che abbiamo già visto in Tadasana e che possono prendere quindi gli stessi nomi Urdhva Hastasana braccia tese verso l’alto (in questo caso con mani tese in linea con polsi e spalle), Urdhva Baddha Hastasana mani legate con dita intrecciate a pugno oppure rovesciate, Baddha Namaskar mani che afferanno il gomito opposto.
Un’ottima postura per rinforzare i nostri muscoli estensori da eseguire regolarmente con difficoltà crescente e aumentando i tempi della postura verso almeno 10 respiri completi. Concludo con questo post le varie proposte per aumentare la forza dei muscoli estensori, che ritengo un fulcro indispensabile per la salute di tutti noi e per la salute della nostra colonna vertebrale.
Se la colonna vertebrale è ben allineata anche l’energia di Sushunma sarà più facilmente attivabile e tutto il corpo fisico ma anche energetico ne avrà beneficio.
Senza energia anche le intenzioni migliori si perdono per strada.