Altri risultati...
Nell’agopuntura non sono solo i singoli punti a fare di un trattamento un trattamento davvero idoneo, ma l’insieme dei punti e il tempo di posa di essi. Come diceva Aristotele “il tutto è maggiore dalla somma delle sue parti”, un aspetto che purtroppo si tende spesso a dimenticare in molti campi umani.
Che si parli di dietetica oppure di fitoterapia l’azione di una sostanza naturale non può essere mimata dalla sintesi dei suoi elementi chimici, figuriamoci dalla sintesi delle singole molecole considerate attive.
Allo stesso modo, nello yoga anche se ogni singola postura contiene un intero mondo di possibilità e azione profonde sull’insieme corpo-mente-energia dell’individuo, una lezione di yoga dovrebbe essere nel suo insieme una sequenza armonica e deliziosamente equilibrata di posture atte a lavorare su diversi aspetti talora completamente differenti tra di loro ma soprattutto dovrebbe non nuocere ad alcun individuo.
Nella mia esperienza di medico fisiatra, praticante e insegnante di yoga, credo sia fondamentale iniziare la nostra pratica entrando subito profondamente dentro di noi, il più rapidamente possibile, in modo da lasciare alla mente l’esclusiva possibilità di ascoltare il nostro corpo e di eseguire in maniera attenta ogni singola tecnica proposta. Ecco che al classico saluto al sole ripetuto diverse volte proposto da tanti maestri del passato io preferisco iniziare con un buon lavoro respiratorio attivo, se possibile fatto per almeno 20 minuti.
Credo che l’uomo di oggi non sia in nessun modo paragonabile all’uomo dell’antichità; l’estrema vita sedentaria per il rachide lombare, l’uso dei cellulari per il rachide cervicale, l’infodemia che potenziano il pensiero meccanico, il cibo e l’aria saturi di sostanze tossiche e, infine, il limitato tempo che dedichiamo nella settimana e nella nostra giornata alla pratica, che non possiamo confrontare con una giornata tipica di uno yogi di un tempo, fatta di digiuni, tecniche di purificazione, pratiche che iniziavano in giovanissima età e all’alba e una vita all’aperto interamente dedicata allo ricerca.
Prendere un solo frammento di questo insegnamento e inserirlo acefalicamente nella nostra vita, è come prendere la singola molecola purificata oppure prodotta artificialmente e pretendere che funzioni come il complesso fitoterapico naturale. Gli effetti possono essere anche pericolosi; personalmente credo fermamente che bisogna costruire una pratica che sia nella sua singola lezione totalmente equilibrata per l’individuo che si appresta oggi a praticare magari senza alcuna preparazione fisica ne conoscenza a riguardo.
Ogni singola lezione dovrebbe iniziare e concludersi includendo per quanto possibile le diverse parti fondamentali dello yoga. Iniziare con le tecniche respiratorie è semplicemente fondamentale e serve un adeguato addestramento e tempo di pratica specificatamente dedicato solo a lui. Pranapanagati, Kapalabhati, Uddiyana bandha, jalandhara e mula bandha per arrivare e un buon banda traya sono tecniche classiche ma per niente facili e spesso lasciate indietro. In molti testi i maestri dicevano che si apprendono dopo quelle fisiche ma questo ragionamento si applicava a un percorso di educazione interamente dedicato allo yoga. Oggi le persone che praticano yoga una volta alla settimana non possono seguire lo stesso pensiero. Senza un buon respiro nessuna tecnica fisica è realmente efficace. Usare il respiro e le svariate tecniche respiratorie è in assoluto il metodo più veloce per entrare nel qui e ora e per ripulire velocemente il nostro sistema energetico ed emotivo spesso intasati dal troppo fare e dal troppo pensare.
Una volta aperta questa porta che modifica completamente il nostro contatto interno consiglio di iniziare con posture che possano preparare il corpo a tecniche via via piu complesse e impegnative per il rachide lombare abituato ormai alla abusata posizione seduta. Gli equilibri in piedi sono sempre un buon inizio in quanto ci portano a contattare i muscoli interni e profondi stabilizzatori. Ottimi anche gli equilibri sulle braccia e a carponi, dove gli appoggi sui piedi e talora anche sulle punte dei piedi e sulle mani sono ottimi attivatori della consapevolezza dell’intero corpo nel suo insieme. Ottime le posture in torsione per attivare la spinta della colonna verso l’alto e rilasciare tensioni profonde.
Ottime tutte le posture in estensione del torace alle quali ho dedicato ben 4 post, dalle posture prone a quelle in ginocchio a quelle in piedi oppure da seduti. Tutte posture importanti per reclutare attivamente i muscoli fondamentali per poter procedere a posture piu impegnative senza alcun pericolo per il rachide e per le giunture tutte.
Dopo questa sorta di apertura del corpo si procede rispettando per ognuno il suo personale livelli di difficoltà, possiamo affrontare con calma e precisione esecutiva tutte le posture in flessione, le capovolte oppure le sequenze dinamiche. Spetta a chi insegna fornire gli strumenti di lavoro e i singoli gradini per esplorare questo mondo in totale sicurezza. Tutto diventa possibile basta che ognuno trovi il suo livello e soprattutto si ascolti attentamente. Una volta fatti i fondamentali possiamo veramente spaziare nella direzione che desideriamo.
Alla fine delle posture da me proposte ho preso l’abitudine di lasciare uno spazio di ascolto, nel quale inserire la postura che ognuno desidera praticare; come praticante ho sempre avuto il desiderio di esplorare quello che il corpo mi chiede come una specie di improvvisazione artistica, viene da un sentire profondo ed è un bene che ci si abitui a non essere solo esecutori ma ideatori del nostro piacere profondo. Si tratta come di un incontro e di un abbraccio con noi stessi, un momento di intimità profonda che precede la conclusione della lezione con il rilassamento.
Il rilassamento in Shavasana oppure una breve meditazione da seduti sono a parere mio il momento finale sul quale posarsi senza fretta, senza avere l’orologio che ci fa pressione. Ecco perché una lezione dovrebbe durare almeno 90 minuti, per poter compiere l’intero percorso descritto fino a qui. Il rilassamento è un momento nel quale si possono operare grandi cambiamenti sia sul corpo con le sue tensioni profonde che sulla dimensione emotiva ed energetica, non importa quanto lungo, piuttosto quanto profondo il contatto e il messaggio che possiamo imprimere dentro di noi. E’ quello il momento di raccogliere i frutti della nostra pratica.
Il lavoro che si riesce a produrre con una lezione equilibrata può prolungarsi per diversi giorni e talora anche settimane. Non si tratta di raggiungere alcun traguardo, non vi è alcuna competizione in corso. Ogni aspetto difficile oppure facile è il percorso.
Il nostro corpo diventa non già uno strumento di autocompiacimento estetico ma di vero specchio della nostra vera identità nella quale ritrovarci.